Linee guida
- Introduzione
- Trombosi venosa
- Trombosi arteriosa
- Quando effettuare le indagini di laboratorio
- Oggetto dello screening e considerazioni conclusive
- Raccomandazioni
- Malattie autoimmuni
- ANA
- ENA
- DNA
- Fosfolipidi
- ANCA
- Morbo Celiaco AGA- EMA- tTG
- Linee guida AMCLI
- Linee guida genito-urinario maschile
- Linee guida per la diagnosi ed il trattamento della trombosi venosa profonda
- Linee guida per lo screening dei pazienti trombofilici
QUANDO EFFETTUARE LE INDAGINI DI LABORATORIO
Tutte le misure sul plasma di cui abbiamo precedentemente parlato, ad esclusione dell'antitrombina e della omocisteina, sono influenzate dall'assunzione di anticoagulanti orali, o dalla somministrazione di eparina. Unica eccezione è costituita dalla resistenza alla proteina C attivata, che può essere misurata anche in presenza di anticoagulanti orali, purchè il plasma sia diluito in plasma carente di Fattore V prima dell'analisi (21). In tutti gli altri casi è importante che l'indagine di laboratorio venga eseguita in condizioni basali e preferibilmente lontano dall'evento acuto, che potrebbe essere causa di difficile interpretazione del risultato. Nei casi in cui la terapia anticoagulante orale si dovesse protrarre sine die, l'unica alternativa praticabile è quella di sospendere per circa dieci giorni la terapia, in attesa che i fattori vitamina K dipendenti tornino ai livelli normali. Durante tale periodo il paziente dovrebbe essere sottoposto a profilassi adeguata con mezzi alternativi agli anticoagulanti orali (es. eparina a basso peso molecolare). I rischi di tale manovra devono comunque essere sempre attentamente valutati e le decisioni prese caso per caso.